La Vita dei nuovi immigrati

Tra il 1856 e il 1915 dai paesi dell'Europa meridionale e orientale giunsero circa 26 milioni di persone (italiani, polacchi, russi, lituani, slavi). Fu la cosiddetta "nuova immigrazione", che andò a soddisfare da un lato l'esigenza di manodopera a basso prezzo imposta dallo sviluppo industriale, dall'altro il bisogno di un ampio mercato interno cui indirizzare l'offerta dei nuovi prodotti

Gli immigranti giungevano nel nuovo continente con la speranza di migliorare le proprie condizioni di vita: nella maggior parte dei casi, tuttavia, il percorso di inserimento nella società statunitense risultava molto difficile.
Il punto di approdo delle navi cariche di migranti provenienti dall'Europa era Ellis Island, una piccola isola di fronte a New York. Qui i nuovi arrivati sostavano anche alcuni giorni per essere sottoposti ai controlli di polizia e alle visite mediche. Il 15% era scartato e rimandato a casa, mentre quelli che venivano ammessi prendevano il traghetto e sbarcavano a Manhattan, pronti a iniziare una nuova vita.

Gli immigrati raggiungevano spesso qualche familiare che era partito in precedenza oppure conoscenti che erano emigrati dallo stesso paese o regione. Fu probabilmente proprio questa la ragione per cui nelle maggiori città si svilupparono i quartieri etnici, dove i nuovi arrivati erano accolti da una rete di persone solidali e disponibili, che garantiva loro alloggio e lavoro. 

Le condizioni di vita della maggior parte degli immigrati erano assai misere. innanzitutto a causa della densità abitativa dei tenements, i caseggiati di cinque o sei piani tipici delle zone più povere delle metropoli statunitensi.
n pochi metri quadrati erano costrette i vivere più famiglie, le quali spesso afittavano anche posti letto ad altri migrati che non avevano una dimora fissa, i cosiddetti "bordanti" (borders).

Gli immigrati mantenevano sovente rapporti epistolari con i familiari rimasti in patria, Proprio le lettere spedite a parenti e amici in Europa testimoniano in molti casi la delusione e il senso di fallimento provati di fronte a un'esistenza che si rivelava assai più dura del previsto. È significativo il fatto che circa un terzo degli italiani immigrati negli Stati Uniti dopo alcuni anni fece ritorno in patria. Non mancarono però quelli che, dopo una difficile fase di inserimento, si integrarono nella società americana e fecero anche una certa fortuna. 

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